Non mi dispiaceva che Joan o Mary, o LeRoi Jones (che non era ancora Amiri Baraka) o Cassius Clay (che non era ancora Mohammad Alì) mi chiamassero Marco (che è il mio primo nome e il più facile in inglese), all’inizio del lungo viaggio che mi portava e riportava in un’America non ancora narrata. E non mi dispiaceva che Ted Kennedy gridasse un potentissimo “Fiuriii” quando mi vedeva arrivare dall’alto delle scale del Senate Russell Building dove c’era il suo ufficio. Del resto Cesar Chavez, il leggendario leader sindacale dei raccoglitori di uva messicani nella Napa Valley, un geniale contadino analfabeta amico fraterno di Robert Kennedy, mi chiamava “don Furio”. E Lauren Bacall preferiva il rotondo Colombo (detestava gli errori di pronuncia) come James Baldwin e Dizzy Gillespie (venuto con me a Torino per un concerto all’Auditorium Rai), mentre Henry Kissinger usava un quasi corretto Fiurio, a patto che io lo chiamassi Henry, invece di dottor Kissinger, un evento rarissimo in quell’America. Le estrose e spesso affettuose variazioni nella pronuncia americana del mio nome mi aiutano a ricordare le tappe del lungo viaggio tra un’Italia mai abbandonata e un’America diventata casa, vita, amore, figli, nipoti, invenzione e continua scoperta. Un legame così forte che neanche il precipitare di un aereo (è il caso di dire: “salvo per miracolo”) ha interrotto. In queste pagine trovate una parte del racconto che a me è ancora molto caro.Furio Colombo
FURIO COLOMBO
ci porta “dentro l’America”, scandagliata e capita, vivendola con intensità da dirigente industriale – prima per Adriano Olivetti poi per Gianni Agnelli -, da professore nelle maggiori università e da giornalista. Frequenta teatro, letteratura, musica, pittura e straordinari talenti in economia come Franco Modigliani e Amartya Sen. Diventa amico di Robert e Ted Kennedy, Martin Luther King, Allen Ginsberg, Joan Baez. Spinto da una febbrile voglia di futuro e di «cercare il nuovo sotto il nuovo», scrive su «Mondo» di Pannunzio, su Il Giorno, su L’Espresso, su La Stampa, su La Repubblica, su Il Fatto Quotidiano. Furio Colombo è anche un protagonista dell’Italia “mai abbandonata”. Questo volume offre anche la storica intervista con Pier Paolo Pasolini avvenuta per “Tuttolibri” poche ore prima che lo scrittore venisse ucciso.