I finalisti del Premio Estense 2021: intervista a Alessandro Sallusti

Intervista a Alessandro Sallusti,  autore de “Il Sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana” e finalista della 57^ edizione

Pm, consigliere del Csm e presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Da ottobre 2020 solo il ritratto (un po’ consunto) di un grande ex. Che idea si è fatto di Luca Palamara?
“È una persona molto ambiziosa e preparata nel suo campo. Sono due cose che ha unito per scalare i vertici della magistratura. E ci è riuscito”.

Manca il movente di questa operazione però…

“Vero. Sa quale è stata la sua risposta alla domanda ‘perché l’hai fatto?’. ‘Perché se non avessi fatto così non sarei durato un minuto in più'”.

Come è nato il contatto?
“Non lo conoscevo personalmente. Quando un anno fa escono sui giornali le famose chat sul sistema di relazioni, di favori e di scambi con il mondo politico-istituzionale, non riesco ad avere tutto il materiale che avrei voluto per scriverne bene. A quel punto, l’unica cosa che potevo fare era andare dritto dritto al bersaglio grosso: la fonte diretta. Mi sarei aspettato mi mandasse a quel paese e invece ha accettato di incontrarmi”.

Cosa gli ha detto al primo abboccamento?

“Invece di passarmi due scartoffie inutili o di fare una intervista altrettanto inutile, perché non proviamo a costruire qualcosa di più articolato? Professionalmente lo reputavo un uomo morto, non mi pareva possibile potesse ambire ancora ad avere un futuro radioso in magistratura. Detto ciò, gli faccio capire in modo schietto che a parer mio ha due sole strade: morire sommerso dal fango oppure provare a fare un’operazione-verità”.

Scusi, ma che cosa intende dire con operazione-verità?

“Qualcosa che aiuti non tanto a chiarire il contenuto delle chat, che pure ha la sua importanza, quanto piuttosto a indagare cosa sia successo negli ultimi 15 anni in questo Paese. Lì per lì non mi dato nessun credito. Anzi. Poi, a distanza di un paio di mesi dal primo incontro, mi ha richiamato e mi ha detto ok. Ci siamo chiusi in una casa per 40 giorni ed è nato il libro”.

Palamara adesso si immagina un futuro in politica.
“Vorrebbe trasferire la sua esperienza al servizio della politica. Bisogna capire, però, se la politica lo farà entrare. Io ho qualche dubbio”.

Che Paese è l’Italia nel 2021?

“Un Paese ancora e tristemente zavorrato. Un Paese in cui la democrazia esiste in forma ma non in sostanza, con problemi seri dal punto di vista della trasparenza e del rispetto delle regole. Il Sistema che raccontiamo nel libro lo dimostra. Il network-Sistema per almeno 5 volte, direttamente o indirettamente, ha fatto cadere governi democraticamente eletti”.

E il giornalismo watchdog del potere? Tutta fuffa?
“Il giornalismo non è né meglio né peggio delle malefatte con cui riempie la cronaca. Sulla questione giustizia qualche danno collaterale, per così dire, l’ha fatto”.

Come giudica la riforma della giustizia targata Cartabia.

“Aggiusta i problemi che sono a valle della catena giustizia, ovvero la lunghezza dei processi, ma non affronta ciò che sta a monte, non smantella cioè il Sistema raccontato da Palamara che è tuttora in piedi, efficiente ed efficace. I processi saranno più corti, benissimo, ma il problema descritto nel libro rimane tal quale”.

Quindi una riforma dimezzata.

“Onestamente non posso dare grossi carichi di colpa a questa maggioranza. Si tratta pur sempre di una maggioranza non eletta dal popolo, una maggioranza di emergenza talmente multiforme che è difficile, dal punto di vista della realpolitik, poterle chiedere di più”.

Sono più pericolosi sono i vuoti di potere o i poteri malati per la democrazia italiana?

“Sono pericolosi entrambi, potremmo dire diversamente pericolosi. Il vantaggio del vuoto di potere, banalmente, è che prima o poi qualcuno arriva e lo riempie. Non mi sembra però che gli italiani abbiano le idee chiare su come riempirlo, basta guardare i risultati delle ultime tornate elettorali. Se ci sono ancora persone che pensano si possa governare l’Italia al di fuori dell’Europa e seguendo la dottrina dei no-vax, beh, peggio mi sento”.


intervista di Generoso Verrusio pubblicata su Fare News

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