Perché la superpotenza americana ha scelto di affidare il suo governo a un leader privo di carisma, di età avanzata e con una storia politica piena di contraddizioni? Come è potuto diventare una sorta di ultima spiaggia della democrazia americana, l’uomo su cui puntare per scuotere un Paese che vive da tempo un lento declino e a cui affidare il difficile compito di reinventare una sinistra in crisi?
È accaduto più volte nella storia americana che presidenti inizialmente sottovalutati siano riusciti a far nascere dall’emergenza la spinta a cambiare il Paese. È accaduto con la reazione di Franklin Delano Roosevelt alla Grande Depressione degli anni Trenta e con le riforme di Lyndon Johnson dopo l’assassinio di JFK. Biden ci prova un’altra volta in un’era di divisioni politiche estreme e di democrazia minacciata. Una presidenza, la sua, lastricata di tante emergenze. La più importante e inedita è l’emergenza sanitaria, che trascina e trasforma quella economica (col ritorno dell’inflazione) e quella sociale. Ma anche quelle dei migranti, della sicurezza interna, del ruolo degli Usa nel mondo. Biden, il vice di Obama, un presidente avanti con gli anni che nessuno si aspettava, è l’uomo che non ha nulla da perdere e che vuole lasciare il segno. Potrà proprio lui, con la sua storia di moderato, rimettere sui giusti binari l’America e ridare una bussola alla sinistra in crisi d’identità frenando gli eccessi radicali della cancel culture? E quali conseguenze negli equilibri internazionali avranno i cambiamenti che vuole apportare?
Massimo Gaggi
è editorialista del “Corriere della Sera” negli Stati Uniti, dove segue le vicende politiche ed economiche del paese. Ha pubblicato Dio, patria, ricchezza (Rizzoli 2006), La fine del ceto medio e la nascita della società “low cost” (con E. Narduzzi, Einaudi 2006), Piena disoccupazione (con E. Narduzzi, Einaudi 2007) e L’ultima notizia. Dalla crisi degli imperi di carta ai paradossi dell’era di vetro (con M. Bardazzi, Rizzoli 2010). Per Laterza è autore di La valanga. Dalla crisi americana alla recessione globale (2009) e Homo premium. Come la tecnologia ci divide (2018).