«Io credo che il personaggio con il volto sfregiato sia molto pericoloso. È un cane, sto parlando di un uomo fuori dalle regole.» «C’è un uomo molto brutto che ha contatti con la ’ndrangheta e con Cosa nostra, ha il viso sfigurato, è un ex poliziotto passato ai servizi segreti.» Sono solo alcune delle deposizioni che a partire dai primi anni Duemila inquadrano Faccia da Mostro. Si parla di lui per l’omicidio di Ninni Cassarà, a Palermo, nel 1985. Per quello di un bambino, Claudio Domino, l’anno dopo. Per il fallito attentato all’Addaura ai danni di Giovanni Falcone, e per l’omicidio di un poliziotto, Nino Agostino, e della moglie, entrambi nell’estate del 1989. Secondo i pentiti, anche nelle stragi di Capaci e via D’Amelio lui, Faccia da Mostro, avrebbe avuto un ruolo di primo piano. Nel 2007 si arriva a un nome. Giovanni Pantaleone Aiello, in servizio alla Squadra Mobile di Palermo (quella di Bruno Contrada) fino al 1977. Ferito sul campo in Sardegna a fine anni Sessanta, ha il volto sfigurato da una fucilata. Il cerchio si stringe, iniziano le indagini. I pentiti lo riconoscono nelle foto, il padre dell’agente Agostino, Vincenzo, dice che è lui l’uomo, «il collega» che venne a cercare il figlio pochi giorni prima dell’agguato. Nel 2017, a processo ancora in corso, Aiello muore per un malore sulla spiaggia del paesino calabrese dove vive. Il corpo verrà cremato. Fin qui la vicenda svelata nella sua linearità. Lirio Abbate, da sempre impegnato nella lotta alla mafia con le sue inchieste, riesce invece in un’atmosfera quasi da romanzo a ricostruire tutti i misteri dietro questa storia terribilmente vera e documentata. Tra sospette connivenze con la criminalità organizzata e con apparati deviati dei servizi, Faccia da Mostro compare in troppe vicende sanguinarie ancora in parte irrisolte. Accanto a lui, in più occasioni, una figura femminile, una «donna pericolosissima», una «guerriera» secondo le parole dei collaboratori di giustizia. Che oggi potrebbe avere volto e un nome.

Lirio Abbate

siciliano, è autore di inchieste esclusive su corruzione e mafie. Scrive per il cinema e la televisione. Reporters sans frontières lo ha inserito fra i «100 eroi dell’informazione» nel mondo. Con Peter Gomez ha scritto I complici (2007), con Marco Lillo I re di Roma (2015), con Marco Tullio Giordana Il rosso & il nero (2019). Per Rizzoli ha pubblicato Fimmine ribelli (2013, da cui è stato tratto il film Una fem-mina, presentato a Berlino nel 2022) e i bestseller La lista. Il ricatto alla Repubbli-ca di Massimo Carminati (2017), U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi (2020) e Faccia da mostro (2021). È direttore del settimanale «L’Espresso».

 

Ed. Rizzoli

 

 

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