Le opinioni espresse sui social sono in vendita. Tutti noi possiamo diventare influencer, costruirci un pubblico, e poi mettere all’asta la nostra reputazione, per promuovere vestiti, ristoranti, cosmetici o magari un partito politico. Se diventa impossibile distinguere contenuti autentici e spontanei da pubblicità e propaganda, il nostro spazio pubblico digitale è a rischio. Quando pochi individui possono indirizzare milioni di follower là dove richiesto dal committente, anche la democrazia viene messa in discussione. I social network, nati per la condivisione, sono in realtà aziende pubblicitarie che possono trasformarsi in piattaforme di manipolazione di massa, a beneficio di aziende e governi. Questo non è un libro contro gli influencer, ma l’analisi di una trasformazione che ridefinisce le nostre interazioni, digitali e non solo. L’unico modo per sfruttarne le potenzialità e ridurre i rischi è che gli utenti siano consapevoli di come funziona il sistema degli influencer.
Stefano Feltri
ha una laurea alla Bocconi e un MBA all’Università di Chicago, Booth School of Business. Tra i fondatori de «il Fatto Quotidiano», ha diretto «ProMarket.org» e da maggio 2020 a aprile 2023 è direttore del quotidiano «Domani». Per Einaudi ha pubblicato Populismo sovrano (2018), Tornare cittadini (2021) e Il partito degli influencer. Perché il potere dei social network è una sfida alla democrazia (2022).