Il giornalista Luca Fregona non è nuovo a narrare i fatti di una vicenda poco nota, quella degli italiani che combatterono in Vietnam per la Legione Straniera Francese. La prima volta fu nel 2021 con “Soldati di sventura”. Da quel momento, non ha smesso di essere contattato dalle famiglie dei dispersi e caduti, e così eccolo di nuovo a raccontare sette storie.
Il nuovo libro di Luca Fregona, “Laggiù dove si muore. Il Vietnam dei giovani italiani con la Legione straniera” (Athesia-Tappeiner, 2023), è un viaggio intenso e toccante nel cuore di una delle guerre più feroci del XX secolo. Fregona ci trasporta nelle vite dimenticate dei giovani italiani arruolati nella Legione straniera francese durante la guerra d’Indocina, offrendo una narrazione avvincente e ricca di dettagli.
Le storie raccontate da Fregona sono quelle di ragazzi che, in cerca di una via d’uscita dalla povertà o per evitare il carcere, si trovarono arruolati in una guerra che non conoscevano. Molti di loro furono reclutati con l’inganno, finendo in un inferno di combattimenti e privazioni. Con una ricerca meticolosa, Fregona ricostruisce sette storie principali attraverso testimonianze dirette, lettere, fotografie e documenti d’archivio, portando alla luce il sacrificio e la sofferenza di questi giovani soldati, tra cui Giorgio Cargioli, la cui incredibile vicenda, narrata in prima persona, occupa buona parte del libro.
Lo spezzino Cargioli, originario di Strà – Marinasco, entrato clandestinamente in Francia in cerca di lavoro nel 1953, venne arrestato dopo aver passato il confine e accettò l’ingaggio nella Legione straniera per non finire in prigione. Dopo il duro addestramento in Algeria, venne spedito in Indocina. Nel delta del Tonchino combatté in prima linea una guerra non sua contro i partigiani e le truppe di Ho Chi Minh. Partito carico di speranza, ha sempre mantenuto saldo il proposito di non uccidere civili e stuprare, rendendosi protagonista di una spettacolare diserzione al canale di Suez pur di non combattere altri due anni in Algeria.
La guerra d’Indocina fu un conflitto senza pietà. Circa 7.000 italiani si arruolarono nella Legione straniera per combattere in Vietnam, e 1.300 di loro non fecero mai ritorno. Fregona descrive con vividezza le dure condizioni di vita e di combattimento, mettendo in risalto i traumi fisici e psicologici che molti legionari portarono con sé per il resto della loro vita. Le storie personali raccolte da Fregona mostrano la brutalità del conflitto e la disperazione di chi era coinvolto.
Uno degli aspetti più toccanti del libro è il dolore delle famiglie italiane che non ricevevano notizie dei loro cari. Le lettere strazianti inviate ai giornali, alle istituzioni italiane e ai consolati francesi raccontano la disperazione di madri, padri e fidanzate in cerca di notizie. Fregona riesce a catturare questo tormento, offrendo uno sguardo profondo sulle conseguenze umane della guerra.
“Laggiù dove si muore” non è solo un libro di storia militare, ma un tributo ai giovani italiani che combatterono in una guerra lontana. Attraverso una narrazione coinvolgente, Fregona rende omaggio ai sacrifici e alle sofferenze di questi soldati, offrendo una nuova prospettiva sulla loro esperienza e sulle conseguenze che essa ha avuto sulle loro famiglie. “Laggiù dove si muore” è una lettura fondamentale per chiunque sia interessato alla storia militare e alle vicende umane spesso trascurate, capace di commuovere e informare profondamente.