Gli anni settanta sono comunemente detti “anni di piombo”, intendendo terrorismo, violenza diffusa e Brigate rosse. Vero è che in quel decennio, accanto a notevoli cambiamenti politici (l’ascesa del PCI) e sociali (divorzio, aborto, chiusura dei manicomi, obiezione di coscienza, assistenza sanitaria), ci fu anche una notevolissima svolta violenta nei rapporti umani in Italia. L’eversione di destra mette bombe in luoghi pubblici come treni, stazioni, università e prepara continui colpi di stato; gruppi criminali (Banda della Magliana, Cosa Nostra, P2, l’allora sconosciuta ‘Ndrangheta si associano al potere e fanno i lavori sporchi), una parte della sinistra rivoluzionaria sceglie la via della lotta armata con risultati imprevisti , sanguinari e irripetuti in Europa.Un grande racconto, illustratissimo, di storia e di costume di un’Italia violenta e tragica, allegra e folle, un’Italia che non sarà più la stessa.
ENRICO DEAGLIO
Enrico Deaglio (Torino, 1947) ha lavorato nei giornali, in televisione e nel mondo editoriale. Il più longevo dei suoi libri, La banalità del bene (Feltrinelli, 1991), è la storia di Giorgio Perlasca, un eroe italiano sconosciuto al tempo dell’Olocausto; ha poi raccontato il ventennio berlusconiano e l’ascesa della mafia, le imposture del potere, da piazza Fontana al delitto Borsellino, le avventure di poveri cristi tra Sicilia e America e una (secondo lui) fantastica storia di come andarono realmente le cose quando gli americani arrivarono in Sicilia nel 1943 (un argomento di cui i lettori troveranno traccia in questo libro). Ha scritto una monumentale cronaca degli avvenimenti italiani tra il 1967 e il 2020, in tre volumi dal titolo Patria; gli ultimi suoi libri sono La bomba (Feltrinelli, 2019, premio Bagutta), Qualcuno visse più a lungo (Feltrinelli, 2022), che propone un’altra verità sulle stragi di mafia del 1992-1993, e C’era una volta in Italia. Gli anni sessanta (Feltrinelli, 2023).