
Cosa vuol dire essere ebrei dopo il 7 ottobre? Il fanatismo di Hamas, la guerra di Netanyahu, l’apocalisse che incombe sul Medio Oriente. C’è ancora spazio per la politica? E quale futuro si profila per lo stato d’Israele, divenuto paladino della destra mondiale? Israele fu sinonimo di salvezza. Ma intanto un virus infettava il sionismo e snaturava la sua aspirazione messianica, portandola dall’universalismo al tribalismo. Dopo essere stati un focolaio del pensiero critico nel mondo occidentale, gli ebrei si sono ritrovati, per una sorta di rovesciamento paradossale, dal lato del dominio. Dopo il Rinascimento, vediamo lo spettro di una guerra civile ebraica? “Decidere, dunque, che posizione assumere. Schierarsi in nome del mio vincolo di appartenenza al popolo ebraico, del mio amore nonostante tutto per questo Israele che da anni mi appariva prossimo allo snaturamento? Schierarsi e basta, a costo di tacere, di fronte all’aggressione subita, il cumulo di premonizioni sinistre che pure non giungevano a farmi concepire un tale esito sinistro? Tacere per non espormi all’accusa di tradimento che già in passato mi era stata rivolta e che sapevo mi sarebbe di nuovo toccata?” Gad Lerner affronta in queste pagine tutti i nodi politici e identitari che si delineano per il futuro del popolo ebraico, a partire da uno dei più grandi traumi della sua storia recente.
GAD LERNER
Gad Lerner è nato a Beirut nel 1954 da una famiglia ebraica e a soli tre anni si è dovuto trasferire a Milano. Come giornalista, ha lavorato nelle principali testate italiane da inviato o con ruoli di direzione. Ha ideato e condotto vari programmi d’informazione televisiva alla Rai, La7 e Laeffe. Ha diretto il Tg1. Ora scrive su “Il Fatto Quotidiano” e “Nigrizia”. Con Feltrinelli ha pubblicato Operai (1988, 2010), Tu sei un bastardo. Contro l’abuso delle identità (2005), Scintille (2009), Concetta. Una storia operaia (2017) L’infedele (2020) e ha curato, insieme a Laura Gnocchi, Noi, Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana (2020).