Fatebenefratelli 17 maggio 1973. Questura di Milano in via Fatebenefratelli. Lo scoppio di una bomba provoca 4 morti e 52 feriti. Gianfranco Bertoli viene arrestato e si dichiara anarchico. Ma è davvero così? Si scopre presto che Bertoli era stato informatore del Sid ed era ben inserito nella rete veneta e milanese di Ordine nuovo che lo motivò e lo preparò affinché colpisse a Milano nel primo anniversario dell’uccisione del commissario Calabresi. Il fine dell’attentato era multiplo: colpire il ministro dell’Interno Mariano Rumor, presente alla cerimonia, per punirlo del freno che aveva tirato dopo piazza Fontana non proclamando lo stato d’emergenza che i neofascisti si attendevano. Ma l’intento era anche quello di rilanciare la pista rossa o anarchica con un attentato che appariva anche contro la memoria di Calabresi, vendicando Pinelli (come Bertoli dichiarò dopo la sua cattura in flagranza). Rumor fu risparmiato, per sua fortuna e per relativa imperizia di Bertoli, ma la strage e il profilo apparente del bombarolo ottennero ugualmente l’effetto sperato, almeno per qualche tempo. Paolo Morando e Massimo Mila ricostruiscono dettagliatamente la vicenda, fanno emergere il ruolo di Bertoli nella trama eversiva della stagione delle stragi, e mettono nitidamente in risalto il ruolo di Ordine nuovo e quello degli apparati dello Stato.
PAOLO MORANDO
Paolo Morando, giornalista, scrive per “il T”, nuovo quotidiano di Trento, per “Domani” e sulle riviste “il Mulino”, “Doppiozero” e “minima&moralia”. Per Feltrinelli è uscito La strage di Bologna. Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito (2022).
MASSIMO PISA
Massimo Pisa lavora dal 2001 alla redazione milanese di “la Repubblica”, dove è cronista di nera. È autore di Lo Stato della strage. 1969: i precedenti, le bombe, il contesto italiano e internazionale (2020).