La notte è più nera poco prima dell’alba. E la notte in cui è entrata l’Europa appare cupa e senza ombre, un cristallo senza luce. La lunga notte, scandita dal battere delle ore, è quella ora cantata da Paolo Rumiz.

E sono tante le sue storie: gli idioti, coloro che vivono guardandosi l’ombelico, spaventati dalla complessità del mondo, il virus strisciante del nazionalismo razzista e antifederalista, la macchina del fango di una stampa becera e velenosa, la diffusione scientifica di un pensiero destrorso, come una serpe, i confini che tornano a chiudersi lungo linee già spezzate da conflitti di sangue, la guerra qui e non più altrove, alle nostre porte.

Ma c’è anche il bene, il bene che non vende e non fa notizia. Ma esiste. Sono i polacchi che accolgono immigrati terrorizzati nelle case rurali al confine con la Bielorussia, i contadini che si battono contro la distruzione dell’ambiente, arabi ed ebrei raccolti in preghiera comune nel momento più difficile durante l’ecatombe di Gaza, ci sono i libri che salvano, sempre.

In Verranno di notte Rumiz presta la sua lingua acuminata e poetica – testimone, oracolo e sciamano –, ritrova le parole perdute per farne emergere il senso nascosto, e con forza onnipotente rompe gli schemi e inverte in un attimo il corso della Storia. Quando l’alba è vicina è il momento in cui le fisarmoniche della notte si mettono a suonare.

 

 

 

PAOLO RUMIZ

Photocredit: Adolfo Frediani

Paolo Rumiz (Trieste, 1947) ha scritto – in gran parte per l’editore Feltrinelli – più di venti libri, di cui molti dedicati all’esplorazione dei territori. Figlio di una delle frontiere più mobili d’Europa, deve ad essa – e al sogno di superarla – il registro della sua scrittura. Legge le mappe e i libri con la stessa avidità, e considera le scarpe altrettanto importanti dei blocnotes ai fini della narrazione. La sua passione – scrive il “New York Times” – è ascoltare le periferie senza voce. Fra i suoi libri: Tre uomini in bicicletta (con Francesco Altan; 2002), È Oriente (2003), La leggenda dei monti naviganti (2007), La cotogna di Istanbul (2010, nuova edizione 2015; Audiolibri “Emons-Feltrinelli”, 2011), la riedizione di Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia (2011), Trans Europa Express (2012), Come cavalli che dormono in piedi (2014), Il Ciclope (2015), Appia (con Riccardo Carnovalini, 2016), Il filo infinito. Viaggio alle radici d’Europa (2019), Il veliero sul tetto. Appunti per una clausura (2020), Canto per Europa (con le illustrazioni di Cosimo Miorelli, 2022) e Una voce dal Profondo (2023). È stato tradotto in America, Francia, Germania, Spagna, Polonia e Paesi dell’ex Jugoslavia.