Le ferie alla dacia per coltivare patate e le vacanze dei mafiosi nell’unico albergo di lusso del Mar Nero. L’infanzia di Gorbaciov, scolaro modello e attore mancato in un villaggio di contadini, e la ricetta dell’ex braccio destro di Stalin, con- vinto che basterebbe dare «pane e salame» a tutti per riportare l’ordine. La febbre della roulette nei casinò di Mosca e la fame a Leningrado come al tempo dell’assedio nazista. La nuora di Trotzkij sopravvissuta al Gulag che ha paura di doverci tornare e i restauri di Lenin imbalsamato nel mausoleo sulla Piazza Rossa. Un conflitto pirandelliano sulle montagne del Caucaso e un massacro con i carri armati sulle rive del Baltico. Il coro del Nabucco per difendere Riga e il vento dell’Islam fra le moschee di Samarcanda. Una notte con la Milizia per le strade della capitale e la cronaca del drammatico «golpe rosso». Un colloquio nei corridoi con il capo del Kgb e l’ultima intervista al Cremlino con Gorbaciov che si è appena dimesso.
Arrivato a Mosca nell’estate del 1990 come corrispondente di «Repubblica» per raccontare la sfida della perestrojka, giorno per giorno Enrico Franceschini assiste al graduale collasso dell’Unione Sovietica sino alla fine dell’impero nel dicembre 1991. Riletti trent’anni dopo, i suoi reportage da un capo all’altro della superpotenza comunista sono la testimonianza di un evento straordinario che ha cambiato la storia.
Enrico Franceschini
(Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è stato per trentacinque anni corrispondente estero di «Repubblica», da New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra, dove risiede attualmente.
È autore di numerosi saggi e romanzi, tra cui Vinca il peggiore (2017), Vivere per scrivere (2018), Bassa marea (2019) e A Londra con Sherlock Holmes (2020). Nel 1993 ha vinto il «Premiolino» per il suo reportage sul tentato golpe in Russia.