Premio Digital “Piazza Nova”

L’anniversario dei 50 anni del Premio Estense, decorso nel 2014, è stata un’occasione di riflessione sul premio stesso e sulla necessità di aprirlo a nuove modalità di interazione con i lettori e nuove tecnologie di fruizione della lettura. Da questo è nato il Premio PIAZZA NOVA, giunto alla sua quinta edizione, che quest’anno vede come partner ufficiali IBS.it e laFeltrinelli.it attraverso le piattaforme www.ibs.it e www.lafeltrinelli.it.

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Il nome del premio ha un doppio riferimento, da una parte l’idea di una piazza, del luogo d’incontro di una comunità, dall’altro il rimando a un luogo
simbolo per la città di Ferrara: Piazza Ariostea, originariamente Piazza Nova.

Per l’edizione 2020 i lettori hanno potuto pubblicare fino all’8 settembre, sulle piattaforme partner, la propria recensione dei 4 libri finalisti.

I VINCITORI DEL PREMIO ESTENSE DIGITAL

PIAZZA NOVA 2020

Il Premio Estense Digital, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, ha visto oltre cento appassionati lettori cimentarsi nelle recensioni dei quattro libri finalisti del Premio Estense 2020. Tutte le recensioni partecipanti al Premio Digital sono visibili sulle piattaforme www.ibs.it e lafeltrinelli.it, partner del Premio, nelle pagine dedicate ai 4 libri finalisti del Premio Estense.

I lettori/recensori hanno mostrato interesse per tutti i saggi in concorso, con una predilezione particolare per Veleno di Pablo Trincia, che è diventato il libro più recensito in assoluto nella storia del Premio Digital (36 testi a lui dedicati).

SOSPETTOSI – Silvia Bencivelli

Giulia

Silvia Bencivelli ci invita a guardare al problema delle scelte irrazionali e antiscientifiche scavalcando gli stereotipi e proponendo una lettura originale. Non esiste un “noi” e un “loro”, non esistono quelli sempre a favore e quelli sempre contro la scienza. La realtà è piena di sfumature e anche per questo è più interessante da comprendere. Senza il ditino alzato o puntato verso l’altro, che non è per forza uno stupido, ma una persona con angoli di fragilità e insicurezze. Come tutti. Libro eccellente, scritto con sapienza e maestria da una grande divulgatrice scientifica. Per ragionare, ed arrivare da soli a capire quando i dubbi servono a metterci in gioco e quando a tirarci a fondo nella paura.

FFFORTISSIMO – Alberto Sinigaglia

Musica78

La musica è il filo d’Arianna che si dipana ora come colonna sonora, ora come composizione orchestrale o ancora come interpretazione solistica. In uno stile giornalistico intessuto da citazioni e inferenze, arricchito anche dalla passione per quest’antica arte liberale del Quadrivio, Alberto Sinigaglia ci guida, in un’atmosfera intimistica quasi da confessionale e attraverso brevi interviste dai titoli originali, nella vita professionale e privata di musicisti, direttori d’orchestra, solisti e artisti della musica popolare del ‘900, che hanno vissuto il rapporto con la musica “il più forte possibile”: con tutta la loro passione, intensità e fisicità. Ce li fa conoscere sia come “artigiani” al servizio di essa, che hanno innalzato cattedrali sonore e che l’hanno plasmata con la loro genialità, sia come uomini, mariti, padri di famiglia con le loro fragilità ed imperfezioni. Dall’azione musicale di Luciano Berio in “Un re in ascolto” su libretto di Italo Calvino, passando per lo studio filologico della partitura di Riccardo Muti, fino alla musica elettronica con contaminazioni etniche di Ludovico Einaudi, il lettore è accompagnato nel racconto di aneddoti, analisi e riflessioni di personalità che hanno reso celebre il nostro bel Paese. È un libro consigliabile non solo per gli addetti ai lavori o per i più esigenti musicofili, ma anche per coloro che vogliono semplicemente gustarsi il piacere di immergersi in una narrazione supportata da informazioni di prima mano e consolidata da anni di carriera giornalistica, quale conoscitore della materia.

VELENO. UNA STORIA VERA – Pablo Trincia

Andrea Turco

Non si può cominciare a recensire questo libro senza fare riferimento all’omonimo podcast che ha rivoluzionato il genere in Italia e ha finalmente portato, anche da noi, attenzione e cura professionale per il formato audio. Pare di sentirlo, Trincia, mentre legge i passaggi più intricati di una vicenda sconvolgente e sconfortante, come spesso è la cronaca nera. E in questi tempi senza memoria è davvero lodevole il notevole sfarzo fatto – tra atti giudiziari, interrogatori, interviste, esplorazioni dei luoghi – che ha consentito di riesumare (è proprio il caso di dirlo) una vicenda che è ambientata nel Modenese ma potrebbe tranquillamente provenire da una qualsiasi provincia. Di bambini strappati ai genitori naturali, di controversi affidamenti, di presunti riti satanici si è a lungo discusso – non solo nel nostro Paese ma anche negli Usa, ad esempio – tra talk show col gusto del sangue e spettatori con la bava alla bocca. C’è tutto, nella storia dei presunti Diavoli della bassa Emilia, per attirare le più morbose attenzioni: ci sono bambini, spesso poveri, che descrivono dettagliatamente macabri riti avvenuti nei cimiteri della zona; ci sono insospettabili orchi con la tonaca e oscure logge che manovrano l’orrore quotidiano, all’insaputa di tutti; ci sono vite spezzate, ferite mai rimarginate, domande senza risposta. Pablo Trincia, invece, si muove con cautela e passione, maneggia il dolore con grazia, riesce a indirizzare l’inevitabile indignazione in un racconto corale e analitico, sempre lucido, potente. Mette a confronto le varie versioni che si succedono in un arco temporale lungo 20 anni, sottoponendole al più rigoroso fat-checking. Soprattutto, si immerge e immerge il lettore in un mare putrido dove l’obiettivo in fondo non è giudicare ma capire. Perché quel che conta è che sia una storia vera, come recita il sottotitolo del libro. Un tuffo “a sangue freddo”, per citare il capolavoro di Truman Capote che Veleno richiama, per stile e compattezza narrativa.

CACCIATELI! – Concetto Vecchio

Rosi M

Nata in Svizzera nel 67, il periodo della mia infanzia coincide con gli eventi raccontati in questo libro, che mi ha preso subito. Le prime cento pagine le ho praticamente divorate. Quel “comportati bene sennò arriva Schwarzenbach” lo ricordo benissimo insieme a sentimenti di timore e di rispetto che parole come queste ti trasmettevano. C’era sempre l’uomo nero, vestito con la croce svizzera che prima o poi ti avrebbe buttato fuori, guai a comportarsi male. L’autore ha fatto una ricerca accurata, d’inchiesta per raccontarci un periodo che solo chi l’ha vissuto sulla propria pelle come i nostri nonni e genitori può raccontare. Il loro pudore nel raccontarsi e nel raccontare un’esperienza di vita da stranieri in un paese accogliente perché ti offriva lavoro, prosperità e sicurezza, ma anche ostile e esigente verso il diverso, lo straniero che per l’appunto chiamavano Gastarbeiter, cioè lavoratore ospite, e si sa che l’ospite dopo un po’ è come il pesce. Viene raccontato molto bene il personaggio di Schwarzenbach che allora noi più giovani sentivamo spesso nominare, ma che nessuno mai ci ha veramente presentato. Quel suo primo discorso in consiglio federale e quel volantino che dal contenuto xenofobo non si distingue poi tanto dai slogan di oggi: se ne sono susseguiti poi nel tempo di referendum contro gli stranieri in Svizzera, l’ultimo è alle porte tra qualche settimana! Si dice che conservare la memoria aiuti a non ripetere gli stessi errori. La nostra società ha tanto bisogno di buona memoria. Lavoro preziosissimo che consiglio a tutti di leggere.